La storica coppia del Drive in porta in teatro Rumors (Dicerie), di Neil Simon
di Igor Vazzaz
Non siamo integralisti, tutt’altro, fermamente convinti che qualsiasi tipologia di teatro, e di lavoro in genere, possa essere realizzata con serietà, efficacia, dignità e onestà: ci apparecchiamo sempre di buona lena a seguir spettacoli dei più vari, schivando qualsivoglia snobismo. Dunque, fatte salve le ultime due qualità citate, schiettamente morali e non di nostra competenza, stavolta parleremo male d’un allestimento fresco di debutto, protagonisti due “miti” di quegli anni Ottanta che ci hanno, bene o male, cresciuti e formati.
Si tratta di Rumors di Neil Simon, con Nino Formicola e Andrea Brambilla: inutile dire che, per i non appassionati di teatro, questi due nomi risultano ignoti rispetto a Gaspare e Zuzzurro, formidabile coppia comica resa popolare da Drive In, televisivo must degli “anni da bere” e tuttora imprescindibile riferimento per qualsiasi comicità catodica.
In un interno altoborghese di bianco sgargiante, uniformemente illuminato, prende vita la buffa vicenda d’un tentato suicidio da parte del vicesindaco di New York, appena abbandonato dalla moglie. Casualmente coinvolti, due ospiti (Formicola/Gaspare e Alessandra Schiavoni) arrivati in lieve anticipo rispetto al cocktail party dato in onore del decennale di matrimonio dei congiunti, di cui la rottura è ignota agli invitati. Formicola, peraltro, è l’avvocato, oltre che amico fraterno, dell’amministratore e, animato da iniziale calcolo politico e prontezza di riflessi, cerca di gestire al meglio la situazione con un improbabile tentativo d’insabbiamento rispetto agli ospiti in arrivo, tra cui la coppia Brambilla/Zuzzurro e Eleonora d’Urso.
Ha dunque inizio una travolgente serie di equivoci, mistificazioni, infortuni, bugie e fraintendimenti, cui il pubblico assiste da posizione onnisciente: i personaggi, tipici rappresentanti d’una borghesia americana fatua, logorroica, schiava di piccoli vizi, si annodano tra occultamenti e chiacchiere, pian piano scoprendo la paradossale gravità della situazione.
Lo spazio è chiaro, privo di segreti, con quattro poli principali: l’ingresso sopra la scalinata a vista, in alto a destra, che conduce alla camera del padrone di casa; il telefono, vero personaggio aggiunto della commedia; la porta a vetro opaco sulla sinistra, da cui s’intravede l’arrivo di auto e personaggi, compreso il malcapitato poliziotto che nel secondo tempo giunge a indagare; infine, l’onnipresente banco bar domestico, elemento immancabile quanto prevedibile nelle rappresentazioni sociali di Simon.
Rumors è un false friend: non significa rumori, bensì pettegolezzi, dicerie, ossia l’asse portante dell’intera pièce, forza costitutiva d’una società che straparla, nel tentativo scomposto di dar forma, con le proprie ciarle, al mondo circostante.
Il punto debole e del testo e della messinscena sta nella totale assenza di segreti, di sorprese che non siano gli incastri comici della trama, tanto imprevedibili da essere ampiamente previsti. Tutto è in luce e, in tal senso, la scenografia è fedele allo spirito dell’allestimento, non basta che i costumi siano sgargianti e si staglino in modo efficace sulla monocromia della scena, così come non bastano le risate frequenti strappate a un pubblico ben disposto, felice di rivedere due volti noti della tv d’un tempo, e sin troppo indulgente rispetto a una commedia scontata, non salvata dalla buona prova di Andrea Brambilla. L’ex commissario è infatti il più in forma d’una compagnia dalla recitazione convenzionale, carica nella gestualità, nel volume vocale, a tratti irritante, ma, soprattutto, priva di guizzi o idee degne di nota.
Eppure, in queste situazioni, è l’attore che dovrebbe, e potrebbe, farsi carico dello spettacolo a fronte d’una regia (Massimo Chiesa) alquanto impalpabile.
Carenza di spunti e povertà di soluzioni non riescono invece a valorizzare con la messinscena un testo che, lasciato a sé stesso, rappresenta l’ennesimo capitolo d’una comedie humaine ormai risaputa, e non ce ne voglia Simon, autore, al di là di tutto, tra i più importanti del nostro tempo. Il pubblico apprezza, ma a teatro non è detto che il cliente abbia sempre ragione.
(03 Febbraio 2010)
Visto a Campi Bisenzio, Teatro Dante, il 16 gennaio 2010
Spettacolo
Rumors, di Neil Simon, con Andrea Brambilla e Nino Formicola
Giudizio:
RUMORS, DI NEIL SIMON, CON ANDREA BRAMBILLA E NINO FORMICOLA
Gli altri attori: Marco Zanutto, Elisabetta Becattini, Simone Francia, Elisa Gabrielli, Paolo Giangrasso
Prossimamente: Genova, Politeama, 2-7/2; Lugano (Svizzera), 9-10/2; Varese, 16-18/2; Garbagnate Milanese, 16/3; Cassano Magnago (Mi), 17/3; Concorezzo (Mi), 18/3; Cesano Maderno (Mi), 27/3; Milano, Manzoni, 30/3-2/5
Arte/Intrattenimento: binomio non sempre antitetico, ma importante; la prima dovrebbe “modificare” sia chi la fa sia chi la fruisce, l’altro deve semplicemente distrarre piacevolmente; fondamentale sarebbe non passare dallo spettacolo d’intrattenimento a quello digestivo
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