(da La Gazzetta di Lucca, 22 novembre 2011)
La rassegna Quello che forse vorresti vedere, organizzata da
SPAM! Rete per le arti contemporanee in sinergia con ampio numero di
soggetti, tra cui Regione Toscana, Provincia di Lucca e i comuni di
Lucca, Porcari, Viareggio, Massarosa e Pietrasanta, ha visto andare in
scena, sulle tavole del Teatro Jenco di Viareggio lunedì 21 novembre, la
performance di danza contemporanea Carne trita, progetto,
regia, coreografia di Roberto Castello. Dopo i debutti, in forma di vari
studi segmentati tenutisi a Torino, Bassano del Grappa e Roma tra
luglio e ottobre, l’originale allestimento non ha mancato di riscuotere
un notevole successo dinanzi alla nutrita platea viareggina, accorsa ad
assistere all’ennesimo lavoro del gruppo guidato da uno dei maestri del
panorama italiano.
Un ampio spazio vuoto, delimitato da una serie di pesanti lamiere
screziate: sul lato sinistro, delle sedie; poco distante, sul fondo, un
ordinario divano verde. Non necessita d’altro arredo la partitura che
Castello cuce addosso, attorno e per i corpi dei cinque danzattori: tutto si svolge mediante le loro figure affusolate, sinuose, i loro movimenti, i sintagmi visivi congelati in frame
non di rado grotteschi, dove un’iniziale colonna sonora d’emissioni
gutturali lascia il campo a sbadigli amplificati, deformati all’eccesso
nell’esibita scomposizione gestuale. È l’anatomia di Irene Russolillo
che ha il compito di calare il pubblico nel gioco insidioso d’uno
spettacolo peculiare, fieramente distante dai moduli narrativi cui si è
abituati, alimentati (e costretti) da teatro, cinema, tv: qui non si
narra, non si parla, non si forza alla dimensione rassicurante (e quindi
ancor più ingannevole) della comprensione; la danzatrice entra e la
sequenza che parrebbe proporre un risveglio si muta in una dilatazione
estenuata degli atti ai limiti dell’ideogramma. Il corpo si flette,
tende le fibre per fissarsi in improbabili fermo immagine: ben presto le
figure in scena saranno due, tre, in un effetto di ridondanza solo
apparentemente può dirsi caotico. Una follia metodica e che non disdegna
un certo umorismo (sono varie le risate strappate a un pubblico assai
ben disposto) attraversa tutta la sequenza di quadri cui i cinque
performer danno vita: dalla dimensione animalesca all’automazione
robotica (la lenta avanzata di Fabio Pagano dal fondo sino al
proscenio), dalla frenesia collettiva alla marcatura grottesca. La
muscolarità dei danzatori bene si piega all’esigenza absurdista
di Castello, alla sua ludica immaginazione (de)compositiva. Notevole il
lavoro vocale dei cinque in scena: dalla fonazione gutturale ai
falsetti, l’alternanza di frequenze crea panorami sonori sorprendenti,
spazi d’immaginazione che disegnano vere e proprie scene, ben al di là
di un’illuminazione quasi sempre neutra. Si chiude tra gli applausi
convinti e le numerose chiamate del pubblico.
Quello che forse vorresti vedere prosegue, questa settimana,
con un doppio appuntamento di teatrodanza allo Jenco di Viareggio
giovedì 24 (replica presso l’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara di
Porcari il giorno successivo): in scena, Spic&Span di
foscarini:nardin:dagostin (progetto di Francesca Foscarini, Giorgia
Nardin, Marco D'Agostin, vincitore della segnalazione speciale Premio
Scenario) e Due di Laura Moro e Manuela Tessi.
Igor Vazzaz
Spettacolo
Carne trita. Concerto per voce e danza
ALDES/Roberto Castello
progetto, regia, coreografia: Roberto Castello
danza e voce: Elisa Capecchi, Alessandra Moretti, Fabio Pagano,
Giselda Ranieri, Irene Russolillo; collaborazione al disegno luci: Paolo
Rodighiero; fonica e luci: Luca Telleschi; produzione: ALDES, in
collaborazione con Fondazione Università di Ca’ Foscari / Teatro di Ca’
Foscari, Associazione Didee (TO), con il sostegno di MINISTERO per i
Beni e le Attività Culturali / Dip. Spettacolo, REGIONE TOSCANA/Sistema
Regionale dello Spettacolo
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