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giovedì 10 aprile 2008

L'abisso teatrale di Anna Karenina

(da loschermo.it)
ROSIGNANO SOLVAY (Livorno) - L'impegnativo allestimento curato da Eimuntas Nekrošius affronta Anna Karenina, capolavoro di Lev Tolstoj, sondandone con puntualità le potenzialità teatrali, la profonda natura scenica di un romanzo polifonico, incentrato su un corpo a corpo sentimentale e le insanabili contraddizioni che ne derivano. Il risultato è una messinscena intensa, coraggiosa, che sfronda e vivifica il soggetto, denunciandone paradossi e potenzialità inespresse

Sono svariati i motivi di interesse intorno a questo nuovo spettacolo diretto da Eimuntas Nekrošius, prodotto da una sinergia tra Emilia Romagna Teatro, Teatro Biondo di Palermo e Aldo Miguel Grompone. Per la prima volta, infatti, il geniale regista lituano si confronta in Italia con un testo letterario, un romanzo tra i più importanti della letteratura russa e mondiale tout court, e altrettanto per la prima volta, dirige una compagnia interamente "straniera", nella fattispecie composta da attori italiani.
Il romanzo tolstojano è una profonda riflessione sulla natura dei sentimenti, la loro potenzialità distruttrice, nonché il rapporto inevitabilmente conflittuale che questi nutrono rispetto ai modelli di comportamento imposti dalla società. Anna è amletica protagonista di un adulterio prolungato, destinato a finire col suicidio al termine di un complicato processo di scarnificazione sentimentale. Attorno a lei, l'alta società russa dell'epoca (la storia è ambientata negli anni Settanta del XIX secolo), ipocrita e contraddittoria, altro bersaglio polemico degli strali di Tolstoj.

Nekrošius affronta il testo distillandone ventinove quadri, scene che talvolta si susseguono senza apparente soluzione di continuità, a scandire le tappe di un paradossale martirio. Alla storia di Anna, una Mascia Musy potente e particolarmente efficace, si affianca l'amore, prima combattuto e poi felice, di Konstantìn Dmìtrič Lévin (l'ottimo Paolo Pierobon) con Kitty (Corinne Castelli), alla stregua di controesempio virtuoso. Nel romanzo, infatti, Levin è immagine dell'autore, nella sua critica alla mondanità. Attorno a questi, l'universo di personaggi che animano l'intricata vicenda: Paolo Musio è un intenso e sofferto Aleksjéj Aleksàndrovič Karénin, marito di Anna, destinato a perdere la donna pur senza concederle il divorzio; Alekséj Vronski, amante di Anna, è interpretato dall'atletico Paolo Mazzarelli, attore in grado di suggerire con puntualità le sfumature emotive del personaggio, uno tra i più complessi dell'intero romanzo. Da citare, in questo senso, la figura interpretata dal silente Alfonso Postiglione, accreditato come il Destino: spettatore quasi costante della vicenda, assiste lateralmente alle scene, in apparenza affaccendato in altri affari. Figura paradossale e comica, alla stregua di un improbabile Buster Keaton, sembra sconfessare continuamente ciò che accade, come a insinuare il tarlo del dubbio circa l'intima verità dei fatti rappresentati.

In tal senso, il disegno di Nekrošius, mirabile nell'utilizzo di arredi scenici poveri che in mano agli attori acquisiscono valori iconici altamente potenti e significativi, sembra quello di recuperare al teatro, al dubbio del teatro, una storia tanto tragica ed esemplare. A partire dalle cornici vuote, dagli occhiali, dai panni scossi e strappati sino agli specchi che i personaggi utilizzano variamente in scena, gli oggetti sono protagonisti assoluti di un sapiente utilizzo scenico. Essi, infatti, suggeriscono, alludono, tessendo con gli attori (e le luci) rapporti che mutano equilibri e spazi. Su tutti, i giganteschi orologi-grancasse, bianche ruote che un laconico Nicola Cavallari utilizza alla stregua di ingranaggi del treno, oggetto feticcio del romanzo e termine ultimo della vicenda di Anna. Una tragica paradossalità mina ogni certezza, senza però banalizzare la storia: siamo, per fortuna, nei paraggi del Gioco, cosa ben più seria rispetto allo Scherzo. I personaggi non sono mai interamente persone, perennemente sospesi tra l'inverosimile operistico, un macchiettismo da commedia dell'arte e l'invenzione scenica che solo l'attorialità può conferire (pensiamo all'efficace modo di suggerire il pattinare sul ghiaccio grazie a semplici, indovinate movenze e al sibilio stesso pronunciato da Kitty). Certi inciampi linguistici, la pronuncia rutilante del nome Vrònskij, l'improbabile duetto canoro inscenato da Anna e Kitty, fanno parte di una strategia complessa, a unire clowneria farsesca a decorso tragico. L'effetto è straniante, probabilmente intensificato dal fatto che la compagnia d'attori è in toto italiana: spesso, gli spettacoli del lituano strappano risate, paradossali e ironiche, pure nei momenti più tragici. In questo caso, prevale una sensazione di dubbio, di sospensione, in cui il riso sconfessa la seriosità senza completare la detronizzazione prevista.

Cinque ore sono senza dubbio molte, ma non eccessive: la grandezza della regia (cui si affianca una perfetta selezione musicale, curata da Tauras Čižas, adattatore del testo e aiutoregista) sta nel saper armonizzare la polivalente scena di Marius Nekrošius e il sapiente lavoro illuminotecnico di Audrius Jankauskas, in uno spettacolo che rappresenta un continuo e a tratti abbacinante gioco scenico.
Non sappiamo se questo allestimento potrà, come altrove è stato detto, cambiare il modo di leggere Anna Karenina, ma di sicuro costituisce un'ulteriore tappa del percorso poetico di Nekrošius, artista col quale si dovrà fare i conti ancora per molto tempo.

Visto a Rosignano Solvay, Teatro Solvay, il 9 aprile 2008

Spettacolo
Anna Karenina
da Lev Nikolaevič Tolstoj
adattamento: Tauras Čižas
con Mascia Musy (Anna Arkàdjevna Karénina), Paolo Musio (Aleksjéj Aleksàndrovič Karénin), Paolo Mazzarelli (Alekséj Vrònskij), Alessandro Lombardo (Stepàn Arkàdjevič Oblònskij - Stiva), Vanessa Compagnucci (Dàrja Aleksàndrovna - Dolly), Paolo Pierobon (Konstantìn Dmìtrič Lévin), Nicola Russo (Nikolàj Lévin), Gilberto Colla (Principe Aleksàndr Ščerbàtskij), Renata Palminiello (Principessa Ščerbàtskaja), Corinne Castelli (Katerina Aleksàndrovna Ščerbàtskaja - Kitty), Gaia Zoppi (Vàren’ka), Annalisa Amodio (Bàbuška e Vrònskaja), Nicola Cavallari (Treno, Kornèj, Portinaio), Alfonso Postiglione (Destino)
regia: Eimuntas Nekrošius
scene: Marius Nekrošius
costumi: Nadežda Gultiajeva
luci: Audrius Jankauskas
musiche: Tauras Čižas
suono: Marco Olivieri
assistenti alla regia: Tauras Čižas, Daria Deflorian, Claudio Longhi
Produzione: Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone

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