Articoli pubblicati altrove e qui raccolti: non il classico, egolaico, ennesimo blog

da teatro.org

a fondo pagina la maschera di ricerca per gli spettacoli

domenica 13 gennaio 2008

Alice nel meraviglioso paese del teatro

(da loschermo.it)
FIRENZE - Ta Fantastika Black Light Theatre di Praga ha presentato presso il fiorentino Teatro di Rifredi lo spettacolo Aspects of Alice, suo cavallo di battaglia. Tra suggestioni carroliane, mirabilie sceniche e fantasticheria pop, la vicenda di una fanciulla destinata a crescere

Praga e la Repubblica Ceca rappresentano un polo importante per il teatro contemporaneo, sin dal periodo a cavallo tra i due conflitti mondiali, quando la capitale boema contava gli studi più avanzati in materia di semiotica teatrale. Di pari passo andava la pratica scenica, con importanti fenomeni artistici spesso all’avanguardia, soprattutto dal punto di vista gestuale, non disgiunti da un certo gusto comico e absurdiste. Una delle principali caratteristiche della temperie culturale praghese era la capacità di analizzare, studiare e reinterpretare idee apprese dall’estero, denotando una vocazione alla comunicazione verso l’esterno.
È in questa particolare atmosfera osmotica che vede la nascita, a metà anni Sessanta, del Black Light Theatre, tecnica rappresentativa basata sull’illusione ottica e in grado di sfruttare antiche suggestioni del teatro cinese, passate poi in Giappone nel corso del XVIII secolo e giunte in Europa, nella fattispecie in Francia, attraverso il cinema di George Méliès. Si tratta di un teatro in cui la scena è totalmente nera, sorta di scatola che sfrutta l’oscurità e il principio che un corpo vestito di nero risulta indistinguibile dal fondale del medesimo (non)colore: ciò permette agli "attori" di essere invisibili, al contrario degli oggetti da essi portati in scena e puntualmente illuminati da una precisa direzione di fasci di luce. Il risultato è una mirabilia illusionistica, in cui l’occhio dello spettatore vede oggetti realmente librati in aria, volteggianti nello spazio, a creare coreografie coloratissime e fantasiose.

Peter Kràtochvil, nativo di Brno, è il fondatore di Ta Fantastika, una delle maggiori compagnie praghesi ad applicare la tecnica del Teatro Nero, oltre ad averla resa celebre in tutto il mondo, arrivando a toccare oltre 30 differenti nazioni in oltre 25 anni di attività.
In questo senso, la presenza in Toscana di Ta Fantastika, peraltro con il cavallo di battaglia Aspects of Alice, rappresenta un autentico evento, non foss’altro perché trattasi di una tipologia teatrale diversa, distante dalla pastoia psicologizzante della consueta prosa nostrana.
Il pubblico del Teatro di Rifredi è infatti numeroso, accalcato all’ingresso: numerosi i bambini, incuriositi dal riferimento al capolavoro di Lewis Carroll, altrettanto numerosi gli adulti.

Lo spettacolo inizia con una scena lugubre, sorta di prologo della storia: un grido, delle ombre che sembrano compiere un delitto, in sottofondo una colonna sonora in sintonia con quanto mostrato (o, meglio, occultato) in scena. Dietro una tenda a strisce ecco apparire una figura maschile, in frac scuro. Dopo questi, una fanciulla, Alice. L’uomo la introduce in una sorta di mondo onirico e lo spettacolo vero e proprio inizia: il corpo della ragazza si libra nell’aria, inizia a roteare, disegnando mirabili figure nello spazio della scena. Intorno, un mondo di oggetti colorati inizia a danzare, in una coreografia di grande impatto visivo. La musica segue le differenti scene: Alice si moltiplica (più attrici, somiglianti tra loro, contribuiscono all’effetto) dando vita a scene gustose, tutte contraddistinte da una delicatezza di fondo, un gusto leggero, non senza punte di misurato umorismo.

Di particolare suggestione la scena in cui la fanciulla gioca con delle piccole fiamme che finiscono per circondarla e danzarle intorno, tanto che il pubblico applaude apertamente. Allo stesso modo, dobbiamo sottolineare l’efficacia della sequenza in cui le mani della ragazza sono "doppiate" da altre dieci mani guantate di bianco, apparentemente libere e prive di prolungamenti umani. Disposte in verticale, ripetono all’unisono le movenze di Alice: l’effetto è potente, tanto da chiedersi se stiamo assistendo a uno spettacolo teatrale o a una sequenza filmica.
Cala uno schermo trasparente a mo’ di sipario ed ecco che la protagonista interagisce con le proiezioni, in una serie di sequenze che strizzano l’occhio al cinema d’animazione. Di seguito, si vede una serie di scenografie rappresentanti colorati disegni in stile pop raffiguranti monumenti e luoghi di Praga: i suppellettili si muovono, quasi fossero personaggi, andando a creare un’onirica ambientazione cittadina con cui Alice rinnova l’interazione giocosa. Il momento più sorprendente è forse l’apparizione dei due grandi e mostruosi fantasmi, alti oltre tre metri e in grado di avanzare sino al proscenio, conducendo una svolazzante Alice quasi in braccio al pubblico. C’è da chiedersi come gli attori (e soprattutto quanti) riescano a gestire un movimento del genere, riuscendo soprattutto a far sembrare reale ciò tale non può essere.

Lo spettacolo presenta una pausa, per poi riprendere: la seconda parte, da un lato, replica le soluzioni coreografiche della prima (proiezioni, illusioni ottiche, candido umorismo), dall’altro, pare invece presentare uno sviluppo più forte dal punto di vista della storia, pur non abbandonando mai la dolciastra tonalità naïf dell’impianto generale. Le proiezioni diventano espressamente di carattere biblico, con scene dalla Creazione e dal furto della mela per mano di Eva: Alice, che da dietro il velo compare nuda, scopre il sesso, affronta una crescita. Quasi a sviluppare la storia da dove Carroll aveva lasciato la fanciulla, Kratochvil segue invece la ragazza nel completamento della formazione, del passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, sinché il finale non allude alla nascita di una nuova vita. La circolarità del tempo, inarrestabile e perenne, è affermata come motore intimo della vita: Alice è ormai una donna, non più una bambina. Lo spettacolo non perde l’elegante naturalezza, i nudi sono presentati con sorprendente dolcezza, senza però negare un erotismo palpabile. Questa forse la nota più interessante, a fronte di un allestimento che, dati i mezzi e la bravura degli artefici, potrebbe pure osare di più, in ogni senso.

Gli applausi del pubblico sono convinti e, tutto sommato, giusti. Ci si alza con una strana dolcezza nel cuore, certi di aver visto, comunque sia, uno spettacolo da ricordare.

Visto a Firenze, Teatro di Rifredi, il 12 gennaio 2008.

Spettacolo
Aspects of Alice
di Petr Kratochvíl
liberamente ispirato ad Alice in Wonderland di Lewis Carroll
scene e costumi: Emma Srncová
musica: Petr Hapka
suono e luci: Stanislav Grepl
interpreti: Kateřina Navrátilová e Lenka Čermáková (Alenka/Alice), Matěj Kopecký, Vladimír Gut e Marcel Jakubovie (Mag), Simona Cendelínová e Tereza Chudobová (Clown femmine), Pavel Hejný e Vladimír Gut (Clown maschi)
regia: Petr Kratochvíl
produzione: Ta Fantastika Black Light Theatre Praha

Foto courtesy http://www.tafantastika.cz/en/

Nessun commento: